Review Party: La taverna degli assassini di Marcello Simoni

Instagram: @brivididicarta | @lastambergadinchiostro

In occasione del review party oggi parliamo de “La taverna degli assassini” di Marcello Simoni, edito da Newton Compton Editori.

Data di uscita: 31 Ottobre

Acquistalo subito: La taverna degli assassini

Editore: Newton Compton Editori
Genere: Giallo
Pagine: 224
Prezzo: € 9,90 (cartaceo) | € 5,99 (e-book)

Anno del Signore 1793. Granducato di Toscana. Un castello fondato su un’antica abbazia, un cadavere avvolto nei tralci di una grande vite.
Sotto le luci di un’alba invernale, i vitigni innevati del barone Calendimarca si rivelano teatro di un omicidio. Non solo un enigma inspiegabile, ma anche un’onta per il casato del nobiluomo. Vitale Federici, insieme al suo devoto discepolo Bernardo della Vipera, si ritroverà a investigare su un delitto i cui moventi sembrano affondare nell’antica tradizione vinicola della famiglia baronale, e nella sua cantina sotterranea che, simile a una biblioteca, pare celare un indizio sull’identità dell’assassino. Riuscirà Vitale a fare luce su questo caso, in cui ambizione, inganno e antiche passioni si intrecciano in un mistero forse impossibile da decifrare?

Un cielo grigio che preannuncia tempesta, le nuvole racchiudono tutta la potenza di un forte temporale, cariche d’acqua cancellano del tutto il ricordo delle afose giornate estive, i forti venti autunnali spazzano via quella sensazione di claustrofobia data l’aria pesante e preannunciano l’arrivo del freddo inverno, la stagione in cui ogni cosa viene sottomessa al ghiaccio e dalla neve. 

Un clima come questo è la cornice perfetta per passare una calda serata in taverna, fra un fiasco di vino e l’altro, buona compagnia e il caldo scoppiettante di un camino acceso e le sue caldarroste. Questa è la promessa di Marcello Simoni che con il suo “La taverna degli assassini” ci catapulta nel dicembre del 1793 in una Toscana sottomessa dalla neve, dove un prode cagnolino di nome Niffo segue avidamente una traccia che porta alla scoperta di un cadavere intrecciato alle viti, quasi come se ne fosse stato completamente divorato.

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Comincia così l’indagine di Vitale Federici e del suo discepolo Bernardo della Vipera, in un’ambientazione suggestiva che un po’ come i romanzi di Agatha Christie racchiude il lettore in una dimensione ristretta, dove non è importante scovare solo l’assassino ma comprendere, come in questo caso, anche la sua ambientazione storica, l’importanza di un elisir prelibato come il vino che rende il tutto ancora più accattivante. Ambientato in un’epoca in cui l’Italia era ancora divisa e in cui la popolazione viveva ancora con un piede che affonda nelle credenze popolari la suggestione e la superstizione trasformano una serie di omicidi in qualcosa di più, un grosso problema per i nobili Calendimarca, che vedono il loro nome compromesso da questi tragici accadimenti.

Lo stesso Federici rischia in prima persona di spegnersi prima ancora di proseguire le indagini, avvelenato dallo stesso vino destinato agli ospiti più prestigiosi, che però non compromette le sue facoltà analitiche, la sua capacità di andare a fondo allo strato superficiale e cercare di mettere insieme, per quanto possibile, un plausibile quadro della situazione per venire a capo della verità e tenere alto il suo buon nome, lo stesso che ha avvicinato un nobile a chiedere i suoi servigi per non lasciare nessun quesito in sospeso.

La taverna degli assassini  è quindi come un buon vino, un bicchiere tira l’altro ed è facile arrivare in fondo alla bottiglia senza accorgersene, trasportati da un’aroma inebriante e ricco di suspense, contornato da una cornice storica interessante, ricca di mistero ed enigmi con i quali Federici farà i conti ed è lì che arriva il sapore amaro, quando si conclude la lettura e se ne vorrebbe ancora. Senza ombra di dubbio il punto di forza è la narrazione, la capacità dell’autore di raccontare una storia di mistero quasi come si faceva ai vecchi tempi, tutti raccolti intorno ad un fuoco con un cantastorie del suo calibro pronto a raccontare e le ombre proiettate dalle fiamme che si fanno sempre più spesse e minacciose, come a voler recitare una parte in questa magica narrazione.

Simoni ci apre le porte di una magica e allo stesso tempo fredda Toscana dal passato turbolento  in un giallo che, come il suo stile, ha un sapore intenso ed inebriante, gli ingredienti perfetti per una lettura capace di rapire gli amanti del genere e non.

«La donna, non poteva negarlo, provava una sottile eccitazione di fronte a quel conflitto. Ma allo stesso tempo avvertiva un sentimento di rivalsa arrovellarsi nelle viscere. Aveva appena ricevuto un dono. Vitale Federici era giunto in quel maniero. E lei, finalmente, avrebbe potuto vendicarsi».

 

 

 

 

 

disclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Newton Compton per la copia omaggio.

 

 

 

May the Force be with you!
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